chi siamo - Cooperative Riunite di Cascina Dé Gatti

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

chi siamo

Gruppi > sparagat



Un po’ di storia

Dai volatili ai piattelli
Nei primi anni del 19° secolo i cacciatori inglesi inventarono il trapshooting. L'idea di questa nuova forma di sport nacque come risposta al divieto di cacciare i volatili selvatici. Per tutto il secolo precedente, infatti, l'aumento indiscriminato dei cacciatori aveva drasticamente ridotto la selvaggina.
Questo provvedimento restrittivo però non aveva scoraggiato gli aristocratici, che riuscirono ad aggirare facilmente la legge appropriandosi degli spazi pubblici dove era permessa la caccia. I cittadini protestarono energicamente, senza ottenere alcun risultato: i nobili continuarono infatti a sfruttare a proprio uso e consumo questi terreni. I cacciatori inglesi iniziarono allora a cercare un'alternativa che fosse in grado di soddisfare la passione per la caccia ai volatili.
Ma il trapshooting vero e proprio iniziò quando, nel 1857, venne fondato il primo circolo di tiro al piccione, il Pigeon Club. In questa occasione si adottarono per la prima volta le cassette (traps) in cui venivano rinchiusi i piccioni, un preciso regolamento di gara e fucili da caccia a due canne di calibro 12, il massimo consentito. Le cassette venivano aperte da un apposito inserviente tramite una cordicella (successivamente sostituita da un congegno elettrico di apertura a distanza) dietro comando ("pull") del tiratore di turno.
Il tiro al piccione dall'Inghilterra si diffuse in tutta Europa: in Francia, Germania, Austria, Spagna, Italia sorsero in pochi anni, grazie al crescente numero di appassionati, tantissime società e campi di tiro.
Proprio l'Inghilterra, paese d'origine, fu la prima ad abolire questa pratica, osteggiata con sempre maggior vigore dalle associazioni locali per la protezione degli animali. In seguito iniziò anche in altri paesi il lento ma progressivo declino di questa attività sportiva, che venne presto sostituita dal tiro al piattello, peraltro già praticato dagli ultimi decenni dell'Ottocento.
Un famosissimo personaggio, il leggendario Buffalo Bill, al secolo William Frederick Cody (1846-1917), fu tra i pionieri di questo sport. L'ex colonnello dell'esercito degli Stati Uniti, tiratore abilissimo, entrò a fine carriera nel famoso circo americano Barnum e successivamente ne fondò uno proprio che condusse in tournée anche in Europa.
Fu inventata la cosiddetta trap rotante, un congegno studiato per scagliare le palle di vetro in differenti direzioni, così da rendere più difficile ai tiratori colpire un bersaglio caratterizzato da traiettorie imprevedibili.
Il desiderio di mettersi continuamente alla prova portò alla nascita del primo esemplare di piccione d'argilla clay bird, una sorta di disco dalla forma ovale fatto di argilla cotta al forno.
Un inglese di nome McCaskey aveva già trovato la soluzione costruendo il cosiddetto Blue Rock, un piccione impastato con fanghiglia di fiume e pece. Lo stesso McCaskey assemblò una trap del tutto nuova che chiamò Expert. La creatività di questo signore inglese fece della sua invenzione un prodotto di esportazione che anticipò l'attuale piattello, il bersaglio per eccellenza della disciplina del tiro a volo.

Armi e piattelli
Il piattello, ideato e perfezionato nel corso del tempo, è l'unico bersaglio della disciplina del tiro a volo. I piattelli da gara hanno tutti forma e dimensioni simili, mentre le relative macchine da lancio, in un primo tempo catapulte in miniatura caricate manualmente, sono diventate sofisticati congegni tecnologici azionati da comandi elettronici.
Il fucile da gara di tiro al piattello è simile a quello da caccia, dal quale differisce per peso, robustezza e foratura. Da tempo il fucile più diffuso è a canne sovrapposte, preferito alla classica doppietta a canne affiancate. Le canne sovrapposte non costituiscono comunque una novità, in quanto i primi esemplari vennero costruiti già nel 16° secolo grazie all'abilità degli armaioli italiani. Il sovrapposto sembra offrire al tiratore notevoli vantaggi, quali una maggiore precisione e velocità di esecuzione. Inoltre, nelle gare di tiro al piattello, dove si spara con molta frequenza, le canne del fucile sono soggette a un surriscaldamento che risulta inferiore nel sovrapposto e nell'automatico. I fucili di calibro 12 (il massimo consentito dai regolamenti internazionali) pesano circa 3,300 kg.

La fossa olimpica (trap)
Oggi un impianto di fossa olimpica o trap è costituito da 15 macchine di lancio collocate lungo una linea retta e disposte in cinque gruppi di 3 macchine ciascuno. La distanza che separa le macchine centrali di ogni gruppo varia da 3 a 6 m (di solito è di 4 m). Le macchine di lancio devono essere installate in modo da poter effettuare tutti i lanci indicati dagli schemi previsti dal regolamento internazionale. La velocità e l'angolo di lancio del bersaglio sono controllati da particolari dispositivi.
I piattelli usati per le discipline olimpiche (fossa, skeet e double trap) devono avere un diametro di 110 mm, un'altezza di 25 mm e un peso di 105 g. Sono considerati regolari tutti i piattelli che, lanciati al comando del tiratore entro 2 decimi di secondo, percorrono la traiettoria indicata nello schema prescelto. Un piattello è dichiarato buono quando, lanciato secondo il regolamento, viene polverizzato in tutto o in parte, o ne viene staccato un frammento. In caso di piattello fumogeno il colpo deve provocare la fuoriuscita della polvere colorata in esso contenuta.
I fucili per le prove di fossa, sia maschile sia femminile, pesano circa 4 kg, hanno una canna che misura fino a 85 cm e un singolo grilletto che consente al tiratore di sparare due colpi in modo estremamente rapido.
Tutti i fucili, anche quelli semiautomatici, sono ammessi a condizione che il loro calibro non sia superiore al 12.
I fucili semiautomatici debbono essere predisposti in modo da poter essere caricati con due sole cartucce, che devono avere un bossolo con lunghezza minima di 70 mm. La massima carica di pallini consentita è di 24 g, mentre il diametro massimo dei pallini deve essere di 2,6 mm. I pallini devono avere forma sferica.
I tiratori di fossa olimpica o trap sono divisi in batterie da sei; quelli di ciascuna batteria sparano, alternandosi, da cinque pedane diverse poste, a una distanza di 15 m, dietro la fossa in cui si trovano le macchine lancia-piattelli. Il piattello viene lanciato automaticamente nello stesso istante in cui arriva l'ordine del tiratore, che attende con il fucile imbracciato e caricato con due colpi. Il tiro si esegue in piedi; la chiamata e il tiro devono avvenire con il fucile appoggiato alla spalla.
Cinque dei sei tiratori si dispongono da sinistra, nell'ordine, sulle pedane numerate da 1 a 5 e sparano, a turno, in successione. Il sesto tiratore si porta sulla pedana n. 1 quando questa viene lasciata libera dal primo concorrente che intanto si è spostato sulla pedana n. 2, e così via fino a che tutti i tiratori non concludono la serie prevista, per lasciare le pedane ai sei concorrenti del turno successivo.
A ogni pedana corrispondono 3 macchine lancia-piattelli e una  roulette  automatica stabilisce la successione dei lanci. Il piattello esce con direzione e traiettoria ignote al tiratore; la direzione del piattello varia, sul piano orizzontale, di 90° (45° a destra e altrettanti a sinistra) e la sua altezza, a 10 m dalla fossa, da 1,5 m a 3,5 m (con una tolleranza di 0,5 m). Ciascun bersaglio ha una parabola di 76 m.
Il torneo olimpico prevede che la gara si svolga in 5 serie da 25 piattelli ognuna, 75 lanciati nella prima giornata e 50 nella seconda; alle prime 5 serie ne viene aggiunta una sesta finale di 25 piattelli detti  flash , ossia con fumogeno, a cui accedono i primi sei classificati delle serie precendeti. In ambito internazionale il torneo femminile prevede la disputa di 3 serie di selezione più una quarta di finale.
La specialità della fossa olimpica è presente ai Giochi Olimpici fin dalla prima edizione di Atene 1896 come disciplina dimostrativa, e fino ai Giochi di Tokyo 1964 è stata l'unica specialità del tiro a volo. Dal 1952 (Helsinki) è presente ufficialmente nel programma olimpico.


Lo skeet
Mentre la specialità della fossa olimpica o trap è nata e si è sviluppata in Inghilterra, lo skeet (disciplina olimpica dai Giochi di Città del Messico 1968) è un'invenzione dei  trapshooters  statunitensi. Precedentemente conosciuto come  shooting around the clock , ebbe il nome attuale a seguito di un concorso lanciato nel 1926 dalla rivista  National Sportsman  con l'intento di trovarne uno adeguato per questa specialità. Vinse Gertrude Hurlbutt di Dayton (Montana), fra 10.000 concorrenti, aggiudicandosi il premio di 100 dollari grazie alla scelta del nome skeet, che deriva da una parola dell'antico norvegese equivalente all'inglese  shoot .
Henry E. Ahlin di Boston, uno dei pionieri di questa nuova disciplina e per molti anni segretario della National Skeet Shooting Association, la descrisse così: "Nello skeet, armi e bersagli sono gli stessi del trap ma le tecniche sono profondamente diverse". La pratica ebbe origine nella città di Andover (Massachusetts), dove nel 1920 un gruppo di cacciatori cominciò a sparare a bersagli d'argilla lanciati da una macchina. Si trattava di normali allenamenti con lo scopo di affinare l'abilità individuale nel tiro in funzione della caccia ai volatili.
Con il passare del tempo gli stessi membri del gruppo si dettero un programma agonistico, con regole definite che consentirono a ogni concorrente di avere la stessa serie di tiri a disposizione, rendendo così la competizione la più equa possibile. Il campo di gara fu tracciato a forma di cerchio diviso in dodici settori come il quadrante di un orologio. La macchina di lancio fu collocata nella posizione delle ore 12 e fu impostata per lanciare il bersaglio d'argilla verso il punto corrispondente alle ore 6. Il programma della competizione prevedeva che ogni tiratore sparasse due colpi da ciascuno dei 12 settori del quadrante.
Lo  shooting around the clock  conteneva molti degli elementi dello skeet attuale. Esso divenne subito molto popolare e l'entusiastico gradimento da parte degli appassionati anticipava l'imminente creazione di una nuova e diversa specialità del tiro a volo.
Originariamente si sparava in ogni direzione, finché il proprietario di un terreno adiacente al campo di tiro non impiantò un allevamento di galline. W.H. Foster, uno dei tre inventori assieme a C.E. Davies e suo figlio, costruì allora una seconda macchina di lancio, che collocò nella posizione delle ore 6 congegnandola in modo da lanciare il bersaglio d'argilla sopra il punto delle ore 12, per ridurre il pericolo di colpire i polli del contadino. Tra il 1920 e il 1926 lo stesso ristretto gruppo di pionieri dello skeet apportò ulteriori modifiche tra cui quella fondamentale di alzare una delle due macchine per ottenere una traiettoria più alta del bersaglio rispetto a quella del bersaglio lanciato dall'altra.
L'esperimento ebbe successo e si pensò allora di sviluppare ulteriormente l'idea per ottenere un consenso a livello nazionale. Furono quindi apportati alcuni cambiamenti nel regolamento di tiro, tra cui l'inclusione di un doppio bersaglio alle stazioni contrassegnate dai numeri 1, 2, 6, 7.
Oggi il cerchio del vecchio  shooting around the clock  si è modificato: si tira, infatti, non più da 12 ma da 8 pedane situate su un semicerchio di 19,20 m di raggio, di cui la corda base è situata a 5,49 m dal centro del cerchio, denominato punto di incrocio dei piattelli. La pedana 1 è posta all'estrema sinistra della corda base, la pedana 7 all'estremità opposta; le pedane 2, 3, 4, 5 e 6 sono disposte lungo il semicerchio, a distanza l'una dall'altra di 8,13 m. La pedana 8 è posta al centro della corda base. Tutte le pedane di tiro devono essere sulla stessa quota.
Alle estremità del semicerchio sono collocate le macchine di lancio dei piattelli ospitate in due torri, una alta a sinistra ( pull ) e una bassa a destra ( mark ), ideate per creare situazioni di tiro che si avvicinino il più possibile alle diverse combinazioni presenti nell'esercizio della caccia.
Il fucile usato per lo skeet, sia maschile sia femminile, pesa circa 3 kg e ha una canna più corta rispetto a quella usata per le gare di fossa e di double trap. Le cartucce sono caricate con pallini del diametro di 2 mm che producono una rosa compatta, in grado di spezzare il piattello a grande distanza.
Il tiratore attende l'uscita del piattello con l'arma in posizione di attesa, non ancora imbracciata, e ha a disposizione un solo colpo per ogni piattello. Il lancio è comandato dal direttore di gara. L'altezza e la direzione dei piattelli sono costanti, mentre è il tiratore che muta la posizione rispetto alle macchine di lancio; le traiettorie e la successone dei piattelli sono note al tiratore e sono sempre le stesse in tutte le gare.
Nella sequenza dei lanci i piattelli vengono espulsi singolarmente o contemporaneamente dalle due torri. Il tiratore non sa esattamente quando il piattello verrà sganciato dalla macchina di lancio, che è azionata da un dispositivo elettrico o elettronico entro un tempo che può variare, dal momento della sua chiamata, da 0 a 3 secondi.
Dalle sette postazioni disposte a semicerchio il tiratore deve sparare a 14 piattelli provenienti alternativamente da destra e da sinistra; poi ne deve colpire altri due dalla postazione centrale; infine, da quattro altre postazioni deve cercare, con due colpi in canna, di ottenere il 'doppietto', colpendo i due piattelli lanciati simultaneamente dalle due cabine.
Il tiro si esegue in piedi, senza oltrepassare la linea che delimita la pedana. Ciascun gruppo di tiratori inizia il percorso secondo l'ordine di tiro indicato dal sorteggio, iniziando dalla pedana 1 e con le seguenti modalità. Pedana 1: un piattello singolo lanciato dalla cabina alta; un piattello doppio (doppietto), sparando prima a quello lanciato dalla cabina alta e poi a quello dalla cabina bassa. Pedana 2: un piattello singolo lanciato dalla cabina alta; un doppietto, sparando prima al piattello lanciato dalla cabina alta e poi a quello dalla cabina bassa. Pedana 3: un piattello singolo dalla cabina alta e uno singolo da quella bassa; un doppietto, sparando prima al piattello lanciato dalla cabina alta e poi a quello dalla cabina bassa. Pedana 4: due piattelli singoli, sparando prima a quello lanciato dalla cabina alta e poi a quello dalla cabina bassa. Pedana 5: due piattelli singoli, sparando prima a quello lanciato dalla cabina alta e poi a quello dalla cabina bassa; un doppietto, sparando prima al piattello lanciato dalla cabina bassa e poi a quello dalla cabina alta. Pedana 6: un piattello singolo dalla cabina bassa; un doppietto, sparando prima al piattello lanciato dalla cabina bassa e poi a quello dalla cabina alta. Pedana 7: un doppietto, sparando prima al piattello lanciato dalla cabina bassa e poi a quello dalla cabina alta. Pedana 8: un piattello singolo dalla cabina alta e uno dalla cabina bassa. Come per la fossa olimpica, la gara dello skeet si compone di 5 serie da 25 piattelli l'una (3 serie nella gara femminile) e di una serie finale, sempre da 25 piattelli, alla quale prendono parte i primi 6 qualificati. In caso di parità si procede allo spareggio partendo dalla pedana 1. Il fucile è una doppietta calibro 12 a canne sovrapposte. Le cartucce sono di calibro 12, una per ciascun piattello. La massima carica di pallini consentita è di 24 g.  
Il piattello è in argilla, ha un diametro di 110 mm e un'altezza di 25 mm, e pesa 105 g. Esce dall'apposita macchina alla velocità di 120 km/h.

Tiro a volo
Il tiro a volo (bersaglio mobile) richiede nervi ineccitabili ed esige inoltre la massima prontezza di riflessi. Tutti son capaci di vedere un volatile attraversare in un baleno il campo di tiro; pochissimi quelli che, oltre a vedere, riescono ad imbracciare un fucile, mirar giusto, sparare e colpire, prima che il volatile abbia oltrepassato i ristretti limiti del campo.
Nel tiro a volo occorre dunque accoppiare alla disposizione naturale un lungo, paziente, severo allenamento, che va dall'esercizio d'imbracciatura veloce e perfetta dell'arma e di agilità del dito sui grilletti al rapido spostamento della linea di mira sulla sinistra e sulla destra e infine al tiro vero e proprio.
Da qualche tempo è molto in voga il tiro al piattello. detto anche tiro al piccione d'argilla. Essendo più economico e non cruento, ha raccolto molti proseliti. Anche per il piattello: il bersaglio sarà buono purché da esso venga asportata una parte chiaramente visibile prima che tocchi terra. Unica variante è nella distanza fra la pedana e la macchina lanciapiattelli, che va da un minimo di m. 8 ad un massimo di m. 16: il campo di tiro, inoltre, può anche non avere limitazioni di recinto. Il piattello, fatto di argilla, catrame, rena, scagliola e gesso, non può oltrepassare la misura di cm. 11 di diametro e di 28 mm. di spessore, tenendo presente che la parte centrale dev'essere più sottile della circonferenza.


 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu